Nei primi sei mesi di vita il latte
materno è il cibo ideale, necessario e sufficiente alla crescita del bambino.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’allattamento materno
esclusivo nei primi sei mesi e la continuazione dell’allattamento anche dopo i
sei mesi, quando si comincia a introdurre cibi solidi, fino a due anni. Ma
quali cibi associare al latte di mamma a sei mesi? Nel primo anno di vita? E
nel secondo anno? Un’analisi recente delle raccomandazioni in vigore nei vari
paesi europei e dei cibi effettivamente offerti ai bambini rivela uno
scollamento importante fra raccomandazioni e pratiche: la dieta dei bambini di
quasi tutti i paesi europei sarebbe carente di verdure, acidi grassi omega-3,
ferro, vitamina D e iodio, e troppo ricca di proteine, di grassi saturi, di
sodio e di zucchero (Alles
MS et al. 2014 Ann Nutr Metab 64:284).
Da un lato quindi carenza di nutrienti essenziali e dall’altro eccesso di
nutrienti che fanno ingrassare e che favoriscono già in tenera età l’insorgenza
di fattori di rischio cardiovascolare.
Sia gli studi sugli adulti sia gli studi
sui bambini sono coerenti nel mostrare che l’eccesso di proteine tipico dei
paesi occidentali è associato a un maggior rischio di obesità. I bambini
allattati con latte artificiale, che contiene più proteine – circa il 50% in
più – del latte umano, hanno un rischio aumentato di diventare obesi. Nei casi
eccezionali in cui si debba ricorrere a latte artificiale è opportuno diluire
le polveri con il 50% in più di acqua. La raccomandazione di nutrire i divezzi
con 50 grammi di carne rossa al giorno (un vasetto di omogeneizzato), ripetuta
ancor oggi da molti pediatri per prevenire carenze di ferro, ma senza solide
basi scientifiche, ha probabilmente contribuito all’epidemia di obesità e a
consolidare il gusto per la carne anche in età successive. Le proteine animali,
in particolare quelle del latte bovino e dei formaggi, avrebbero una
responsabilità maggiore, nell’insorgenza di obesità, delle proteine vegetali
(contenute in legumi, semi oleaginosi, cereali).
Lo zucchero, in particolare le bevande
zuccherate, costituisce un altro fattore di obesità ripetutamente confermato
dagli studi scientifici. I pediatri americani hanno recentemente raccomandato
di non far neanche assaggiare lo zucchero ai bambini nei primi due anni di
vita. Il consumo di zucchero e cibi zuccherati, in particolare bevande
zuccherate, è associato a obesità addominale, ipertensione, dislipidemie,
specie trigliceridi elevati ma anche colesterolo HDL basso, infiammazione,
tutti fattori di rischio per le arterie. Il problema dello zucchero e dei
prodotti industriali ricchi di zucchero e di farine e grassi raffinati,
inoltre, è che si tratta di alimenti privi di nutrienti essenziali (calorie
vuote), per cui contribuiscono alle carenze nutrizionali denunciate. C’è
ragione di ritenere che gli zuccheri contenuti nella frutta, grazie alla
matrice complessa, con fibre, vitamina C e polifenoli, non siano pericolosi, e
certamente non si tratta di calorie vuote, ma attenzione alla frutta, perché se
i bambini si abituano al gusto dolce della frutta più difficilmente
accetteranno le verdure. Meglio abituarli prima alle pappe di verdure
stagionali e di cereali integrali (Biologici!). Le pappe di cereali integrali
si preparano facendo cuocere a lungo (2-3 ore) una parte di chicchi integrali e
10 parti di acqua, senza sale, e poi passare al setaccio per togliere le fibre
più grossolane. Oppure macinare grossolanamente il chicco (grossolanamente
altrimenti tutte le fibre passeranno attraverso il setaccio), cuocere per 30
minuti e passare al setaccio. Iniziare dal riso, poi avena e orzo o misti.
Evitare nei bimbi molto piccoli il miglio e il grano saraceno (troppo
“concentranti”, yang secondo la cultura orientale) e il frumento (per non
esporre a dosi alte di glutine), a meno di usare il farro monococco, il cui
glutine è meno allergizzante. Nella sezione riservata ai soci (La Grande Via)
troverete copia della classica dispensa di Montse Bradford sulla nutrizione
allo svezzamento (La Magia dell’Infanzia), ormai introvabile nelle librerie.
Come cibo animale si può introdurre il pesce (omega-3, iodio, vitamina D),
pesci piccoli pescati o da acquicoltura biologica. Per la vitamina D
ricordiamoci che anche i bambini piccoli possono prendere il sole, facendo
attenzione che la pelle non si arrossi.
(F. Berrino)