sabato 21 maggio 2016

INFEZIONI VIRALI E NON... Uso degli antibiotici in modo indiscriminato!

Fin da scuola se ne sente parlare, al telegiornale vengono spesso nominati, in inverno sono sulla bocca di tutti... ma chi sa veramente cosa siano virus e batteri?
Le infezioni virali e batteriche possono avere, a volte, sintomi molto simili, ma non possono essere curate allo stesso modo!
Ecco alcune delle più comuni opinioni nel mondo scientifico!

I virus

La più comune infezione virale è il virus influenzale. I raffreddori comuni sono un mezzo che il corpo ha per eliminare accumulo di tossine, germi, agenti esterni, ma sono anche spesso causati da virus. Un virus è significativamente più piccolo rispetto ai batteri unicellulari. I batteri possono essere visti sotto molti microscopi ma virus sono submicroscopici, che significa che occorrono microscopi molto più potenti per vederli, come un microscopio elettronico. A differenza di altre cose che possono infettare il corpo di un virus non è considerato una "cosa" vivente. E invece è costituito da molecole (DNA o RNA) circondato con una proteina che è in grado di esistere solo se invade una cellula del nostro corpo. Se trova un terreno adatto, sopravvive e crea più virus, a scapito della cellula invasa e si muove verso altre cellule provocando la diffusione del virus con i suoi effetti nocivi in ​​tutto il corpo. La scienza non ha ancora trovato un virus benefico. Alcuni scienziati sperano di trovare un virus che può aiutare a curare alcune malattie. C'è da dire che queste sono solo una delle varie opinioni.
Altri medici affermano, invece, che il virus sia una sorta di spazzino, che si nutre delle scorie, dei muchi, che il corpo ha accumulato nutrendosi e vivendo nel modo sbagliato. Se "c'è tanto cibo" il virus prolifera e si espande. Lo stato infiammatorio non è causato dal virus, ma questo è un opportunista!
Secondo alcuni il virus aiuta a ripulirsi dalle scorie e quindi è un amico, secondo altri l'infiammazione è accentuata dal virus, ma non è la causa della malattia, ovvero se non c'è il terreno esso non infetta un organismo!

Di seguito è riportato un elenco di infezioni virali comuni e altre malattie comuni causate da infezioni virali.
• AIDS
• bronchite
• varicella (herpes zoster)
• raffreddore comune
• congiuntivite 
• influenza
• meningite
• mononucleosi
• parotite
• rabbia
• tonsillite
• verruche


Molte malattie sono causate da parassiti infettivi come batteri, virus, e / o funghi.

Passiamo ai Batteri.


Questi si suddividono in due gruppi: buoni e cattivi per il corpo.
Tralasciando momentaneamente gli altri distretti corporei, quali per esempio l’apparato genitourinario,
anch’esso sede dei nostri batteri amici, concentrerei la nostra attenzione sull’apparato
gastrointestinale.
Il tratto gastrointestinale che, come tutti sanno, inizia con la bocca e termina con l’ano, è la zona
preferita dai nostri batteri amici!
Pensiamo che la lunghezza completa del tratto gastrointestinale umano corrisponde di norma da 5 a
6 volte l’altezza della persona: assumendo come valore normale cinque volte e mezzo, questo
significa che il sistema digerente di un adulto alto 1 metro e 83 cm è lungo circa 10 metri!!
Questa vastissima superficie è abitata da più di 400 specie batteriche tutte diverse fra loro ma

aventi tutte un denominatore comune: un patto di non belligeranza con l’organismo ospite.
Normalmente non appena un microbo estraneo penetra nel corpo innesca una serie lunga ed efficace
di meccanismi di difesa volti ad allontanare o distruggere l’invasore; i microbi amici, al contrario,

non vengono mai attaccati dai sistemi di difesa dell’organismo ospite!
Si è creata una specie di simbiosi, cosìcchè tali batteri sono stati definiti "simbionti".
Il numero dei batteri simbionti è impressionante: solo nel tratto gastrointestinale se ne contano
migliaia di miliardi per un peso totale di un chilo e mezzo!
L’organismo umano possiede più batteri simbionti che cellule!!

E tali batteri sono distribuiti in quantità diverse lungo l’intero apparato gastrointestinale.
L'intestino crasso è la parte finale di questo apparato.
Ha l’importante funzione di assorbire l’acqua, trasformando la sostanza liquida in

materiale solido che verrà espulso sotto forma di feci.
Questo processo deve essere eseguito velocemente prima che le sostanze residue possano putrefare
diventando tossiche e prima che i rifiuti possano diventare terreno di coltura per i batteri nemici.
Quando nell’intestino crasso sono presenti un numero sufficienti di batteri simbionti, si verifica una
putrefazione scarsa e i rifiuti vi passano attraverso tempestivamente.
Ma se i batteri amici sono presenti in numero scarso o se le varie specie batteriche sono in rapporti
squilibrati fra loro, le conseguenze possono essere disastrose.
· I batteri patogeni possono moltiplicarsi, aderire alle pareti intestinali, affollandovisi fino a
scalzare i batteri amici.
· Una volta insediatisi stabilmente i prodotti chimici potenzialmente cancerogeni si possono
trasformare in veri agenti cancerogeni.
O in patologie quali, per esempio, la colite ulcerosa (infezione della parete intestinale) diventano un

rischio concreto.

Differenza tra infezioni batteriche e infezione virale

I virus sono circa 100 volte più piccolo dei batteri. E' anche molto più difficile sbarazzarsi dei virus nel corpo. I virus si riproducono all'interno di una cellula ospite. Usano una cellula umana, ad esempio per rendere più virus nel loro genere. Gli antibiotici non hanno alcun effetto sui virus. (Questo dovrebbero impararlo a memoria molte mamme e molti medici!)

Che cos'è un antibiotico e come agisce?


Si tratta di sostanza che, introdotte nel corpo, vengono trasportate del flusso sanguigno fino a raggiungere la zona infetta dove distruggono o disattivano il BATTERIO invasore. Hanno 2 modi diversi di agire: se sono battericidi, uccidono effettivamente i batteri, se sono batteriostatici, interferiscono con la loro attività o con i loro meccanismi riproduttivi, interrompono l'azione batterica, senza distruggerla.
I batteri sono classificati ( ai fini della della loro individuazione e di una cura corretta) in gram-positivi e gram-negativi, gli antibiotici agiscono solo verso verso gli uni o verso gli altri.
Non ci sono antibiotici che agiscono "universalmente", ciascuno agisce solo su alcuni batteri, ma non su tutti, e danneggia alcuni ceppi della flora batterica benefica. E' importante sapere infatti che gli antibiotici, oltre ad agire sui batteri patogeni responsabili di malattia, agiscono anche sulla microflora batterica intestinale, benefica per l'organismo, distruggendola al punto che a volte ci vogliono mesi perché si ripristini.
La devastazione dell'equilibrio microbico intestinale è uno dei rischi maggiori dell'uso di antibiotici e rappresenta già di per se una ragione sufficiente a limitarne l'uso ai casi strettamente necessari, cioè come "salva vita" e non per un semplice mal di gola ad esempio.
Eppure, nonostante i continui appelli da parte dell'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, sulla necessità di contenerne l'uso, in Italia in particolare se ne fa un abuso, prescrivendo spesso l'antibiotico anche per casi in cui non è non solo necessario, ma addirittura inefficace, come nella cura dell'influenza, che è di origine virale e non batterica. L'antibiotico non è assolutamente attivo contro i Virus!!!
L'Istituto Superiore della Sanità, ha evidenziato come, in Italia, 1 persona su 2 non sa cos'è un antibiotico né come agisce, eppure 4 su 10 lo utilizzano addirittura senza prescrizione medica, anche solo per un raffreddore o per uno stato febbrile.
I rischi più gravi di questo abuso sono, da un lato proprio la distruzione della microflora batterica, come già evidenziato, dall'altra, la creazione di ceppi di batteri sempre più resistenti ( i famosi "superbatteri"), sui quali gli antibiotici in commercio non sono più efficaci.

Con la distruzione della microflora batterica intestinale, si va in contro al moltiplicarsi di agenti patogeni che di solito sono tenuti sotto controllo, come l'Helicobacter Pylori ( responsabile di molte forme di gastrite cronica) o la Candida Albicans.
Il cambiamento della microflora intestinale, porta in breve tempo a ben noti disturbi intestinali, quali gonfiori, diarrea, dolori addominali, reflusso gastrico, ecc., fino a ben altre molto più serie come intolleranze alimentari e allergie creando un vero e proprio squilibrio del sistema immunitario.
A volte occorrono ben 2 anni per ripristinare la flora batterica intestinale, distrutta da un ciclo di antibiotici. Pensate quindi a cosa succede abusandone!!!

In oltre, come dicevamo, maggiore è l'uso degli antibiotici, più elevato è il rischio di sviluppo di resistenza dei batteri agli antibiotici. I batteri "imparano" a difendersi rendendosi inattaccabili, attraverso mutazioni genetiche.
L'antibiotico resistenza è dovuta, oltre all'abuso, anche all'uso scorretto degli antibiotici. Spesso infatti le terapie non vengono portate a termine, dando così possibilità ai batteri più resistenti di riprodursi e diventare più forti, diffondendosi.

L'aumento delle resistenze batteriche rappresenta in oltre una vera minaccia per i bambini, anche perché, la contemporanea disbiosi intestinale, legata all'abuso di antibiotici, ostacola lo sviluppo di un buon sistema immunitario, di cui i bambini invece hanno un gran bisogno. Ciò provoca un continuo esporsi a malattie che portano ad atri antibiotici, che provocano continue ricadute curate con altri cicli di antibiotici, in un circolo vizioso deleterio per l'organismo già delicato dei bambini.
In Italia purtroppo l'antibiotico è spesso considerato un antifebbrile e viene prescritto e utilizzato con dosaggi errati ed eccessivi soprattutto nei bambini, nei quali nell' 80% dei casi le malattie sono di origine virale e quindi non dovrebbero assolutamente essere curate con antibiotici!!!
Diversi studi dimostrano che l'uso di antibiotici nel primo anno di vita, porta nel 46% dei casi allo sviluppo di allergie (Ricerca dell'università Canadese di Manitoba).
Bisogna dunque utilizzare l'antibiotico solo in caso di reale necessità!!!


Fonte: http://sarasemplicemente.blogspot.it/2018/04/infezioni-virali-e-non.html


Per informazioni mi trovate anche su Facebook, Sara Rogai Santillo e seguitemi sugli altri miei blog http://semplicementedoterra.blogspot.it e www.sarasemplicemente.blogspot.it

RICETTA : Orzo e fagioli cannellini

Orzo e cannellini.

Ho messo i fagioli in pentola a pressione per l' ammollo rapido: acqua. Faccio salire la pressione, spengo e copro la pentola. Dopo due ore apro, scolo e sciacquo i legumi.

Ingredienti: 
Cipolla rossa
Carota
Pomodorini
Zenzero in polvere
Salvia secca sbriciolata
Curcuma
Pepe nero
Sale marino integrale

Olio extravergine di oliva
Fagioli
Orzo

In una pentola a pressione ho saltato 2 cipolle medie tagliate a dadini, poi ho aggiunto la carota e infine i pomodorini tagliati. Ho aggiunto acqua e frullato tutto per farne una crema.
Ho messo i fagioli e l' orzo, sale, zenzero e salvia.
Ho fatto cuocere per 20 minuti dal fischio.
Spento e fatto riposare per 10 minuti, poi ho aperto e aggiunto abbondante curcuma e una piccola spolverata di pepe. Mescolato bene.
Ho servito e condito con un filo d'olio.



In questo caso non avevo orzo mondo (integrale) ed ho usato quello perlato. 
Ho fatto un ammollo rapido a caldo perché mi ero dimenticata di farlo la sera prima. L'ideale è un ammollo lungo 12 ore dei fagioli in acqua fredda e usare l'orzo mondo, anch'esso precedentemente messo a mollo.
L'ammollo rapido coi cereali integrali funziona meglio, in pratica ne escono cotti o quasi, quindi dopo basta saltarli appena con i condimento preferito.






Per informazioni mi trovate anche su Facebook, Sara Rogai Santillo e seguitemi sugli altri miei blog http://semplicementedoterra.blogspot.it e www.sarasemplicemente.blogspot.it

RICETTA: Miglio con verdure


Miglio con verdure.


Procedimento:

Far bollire dell'acqua.

Mettere la quantità desiderata di miglio in un colino e sciacquarlo con l'acqua bollente.


In un tegame ho saltato porro, cipolla e sedano col metodo nitukè, ovvero saltati per un paio di minuti in pochissimo olio extra verdine di oliva e poi aggiunto sale marino integrale, mescolato e coperto per far cuocere nel proprio liquido.


Ho aggiunto pochi piselli (mai eccedere con le proteine, nemmeno i legumi! 1 cucchiaio, massimo due, per pasto è più che sufficiente) e i funghetti, salato appena e di nuovo coperto per qualche minuto.


Dopo ho aggiunto il miglio che nel frattempo si è asciugato e l' ho fatto insaporire nel succo delle verdure.


Ho aggiunto acqua poco alla volta via via che si asciugava finché non era cotto.



Si può servire con o senza aggiunta di un filo d'olio a crudo.







Per informazioni mi trovate anche su Facebook, Sara Rogai Santillo e seguitemi sugli altri miei blog http://semplicementedoterra.blogspot.it e www.sarasemplicemente.blogspot.it

IL CANCRO

Questo è un articolo difficile!
Non perché io non abbia chiaro nella mia testa quello che voglio raggiungere, ma perché è un argomento così complesso che potrei scrivere giorni e giorni e non arrivare mai ad una conclusione.... e non sono uno scienziato né un medico. Quindi sicuramente dimenticherò qualcosa, ometterò informazioni… quello che cerco di fare è informare nel modo più semplice possibile le persone… perciò perdonatemi se non sarò ineccepibile! 
C’è da dire che qui riporterò link utili per approfondire, ma la maggior parte delle informazioni che rendo a disposizione, che ho “assimilato” negli anni, in realtà l’ho presa da libri che ho letto… così tanti che di molti non ricordo più il titolo né l’autore. Alcuni di quelli che ricordo verranno elencati in fondo all’articolo.



Il cancro: non ci sono medici che siano arrivati ad un accordo su cosa sia. Io esporrò alcuni pareri.

Secondo l’AIRC:
“Che cos'è il cancro? A una domanda del genere gli studiosi fanno ancora fatica a dare una risposta precisa e convincente. E replicano che la domanda è mal posta. Che non bisogna parlare di cancro, ma di cancri.
La cellula "impazzisce"
In effetti non si può parlare di un'unica malattia chiamata cancro, ma di diversi tipi di malattie, che hanno cause diverse e distinte, che colpiscono organi e tessuti differenti, che richiedono quindi esami diagnostici e soluzioni terapeutiche particolari. Esistono però alcune proprietà e caratteristiche che accomunano tutti i tumori, e che consentono di tentare una risposta valida - almeno in linea generale - per tutte le forme della malattia. Per usare una metafora, si può dire che ad un certo punto, una cellula dell'organismo "impazzisce" - perde alcune sue proprietà, ne acquisisce altre - e comincia a moltiplicarsi al di fuori di ogni regola.
All'interno di ogni cellula esistono in realtà dei "geni controllori" destinati a impedire che una cellula "sbagliata" possa sopravvivere dando magari origine a un tumore. Perché il processo tumorale si inneschi bisogna che anche questi geni di controllo siano fuori uso. A causa di questo "guasto" nel meccanismo che ne controlla la replicazione, le cellule si dividono quando non dovrebbero e generano un numero enorme di altre cellule con lo stesso difetto di regolazione. Le cellule sane finiscono quindi per essere soppiantate dalle più esuberanti cellule neoplastiche.
Sia le cellule di un tumore benigno sia quelle di un tumore maligno tendono a proliferare in maniera abnorme ma, e questa è la differenza fondamentale, solo le cellule di un tumore maligno - in seguito ad ulteriori modificazioni a carico dei geni - tendono a staccarsi, a invadere i tessuti vicini, a migrare dall'organo di appartenenza per andare a colonizzare altre zone dell'organismo. Il tumore benigno rimane dunque limitato all'organo in cui si è sviluppato, mentre il tumore maligno - nel corso di un processo che può avere una lunghezza estremamente variabile e che dura in genere anni - estende la malattia ad altri organi, fino a colpire e compromettere organi vitali quali il polmone, il fegato, il cervello. Questo processo prende il nome di metastatizzazione e le metastasi rappresentano la fase più avanzata della progressione tumorale, oltre che la causa reale dei decessi per cancro.”



Nel 1931 lo scienziato tedesco Otto Heinrich Warburg ha ricevuto il premio Nobel per la medicina grazie alla sua scoperta sulla causa primaria de cancro.
Egli ha ipotizzato e dimostrato che il cancro è il risultato di un potere anti-fisiologico e di uno stile di vita anti-fisiologico.
Un'alimentazione non naturale, uno stile di vita sbagliato e una marcata inattività fisica (e io aggiungerei emozioni negative) creano nel corpo un ambiente acido, che può essere sia conseguente sia essere la causa di bassa ossigenazione. Ovvero l'acidosi cellulare provoca l'espulsione dell'ossigeno e la carenza di ossigeno un ambiente acido.
Egli ha detto: “La mancanza di ossigeno e l’acidità sono due facce della stessa medaglia: Se una persona ha uno, ha anche l’altro”…“Le sostanze acide respingono ossigeno, a differenza delle alcaline che attirano ossigeno”.
“Privando una cellula del 35% del suo ossigeno per 48 ore è possibile convertirla in un cancro” … “Tutte le cellule normali hanno il bisogno assoluto di ossigeno, ma le cellule tumorali possono vivere senza di esso”. (Una regola senza eccezioni) …Ph e salute “I tessuti tumorali sono acidi, mentre i tessuti sani sono alcalini.
Nella sua opera “Il metabolismo dei tumori”, Otto ha mostrato che tutte le forme di cancro sono caratterizzate da due condizioni fondamentali: acidosi del sangue (acido) e ipossia (mancanza di ossigeno).
Ha scoperto che le cellule tumorali sono anaerobiche (non respirano ossigeno) e non possono sopravvivere in presenza di alti livelli di ossigeno.
Le cellule tumorali possono sopravvivere soltanto con glucosio e in un ambiente privo di ossigeno. Pertanto, il cancro non è altro che un meccanismo di difesa che ha alcune cellule del corpo per sopravvivere in un ambiente acido e privo di ossigeno.



Il dottor Ryke Geer Hamer (medico chirurgo e inventore e padre della Nuova Medicina Germanica) durante la sua vita ha ipotizzato alcune leggi basilari della malattia:
Prima legge: Il trauma è il detonatore
Ogni malattia è causata da un trauma emotivo che ci coglie impreparati, ci prende in contropiede, un trauma che viviamo in solitudine e che non sappiamo come risolvere.
Allo scopo di continuare la specie, l'uomo ha sviluppato col passare del tempo dei programmi biologici di sopravvivenza che sono diventati automatici e si sono inscritti nel suo cervello, nelle sue cellule.
Esiste una triade indissociabile: mente-cervello-corpo, tre unità che funzionano sempre insieme.
a) Il cervello non è in grado di distinguere tra reale e simbolico, tra realtà e immaginazione.
b) Siamo programmati per sopravvivere, quindi la malattia è la soluzione perfetta del cervello in termini biologici di sopravvivenza.
c) Tutte le volte che un individuo viene colpito da un trauma emotivo che abbia le seguenti caratteristiche:
- vissuto in maniera drammatica
- ci colga impreparati
- l'emoziona abbia il sopravvento sulla ragione
- sia vissuto in solitudine, rimuginando continuamente il problema
- non si trovi una soluzione soddisfacente
Allora e solo allora il cervello entra in azione mettendo in moto uno speciale programma biologico per la sopravvivenza dell'individuo.
L'intensità del trauma emotivo determinerà la gravità della malattia, mentre il tipo di emozione determinerà la localizzazione nel corpo.
Quindi la malattia è un simultaneo squilibrio a livello psichico, cerebrale e fisico dovuto ad un trauma emotivo.
Senza conflitto non vi è malattia, rendersene conto è il primo passo verso la guarigione!




Alcune persone hanno una predisposizione genetica a contrarre il cancro, ma come ha affermato il dottor Berrino (ex direttore del reparto di medicina Preventiva e Predittiva dell’Istituto Tumori di Milano, ora in pensione) “per anni si è creduto che il nostro destino fosse scritto nei geni che abbiamo ereditato dai nostri genitori, quindi nel nostro DNA, che può essere danneggiato da cause ambientali - come radiazioni, virus, sostanze mutagene o altro -, ma che non è in nostro potere modificare. Nel secondo millennio questa presunzione è stata modificata: il DNA, infatti, contiene un milione d’interruttori che possono accendere e spegnere i nostri geni modificandone l’azione; su questi interruttori possiamo agire con il cibo, con l’esercizio fisico e, com’è stato recentemente dimostrato, anche con la mente, con la meditazione. È la rivoluzione epigenetica.”
Sono anni, ormai, che seguo le conferenze del dottor Berrino, leggo i suoi articoli, guardo i video che vengono caricati su youtube. E’ una bella persona, umile, gentile e senza peli sulla lingua.
Ha dedicato 20 anni ad una ricerca che si chiama “Progetto Diana”, cioè come prevenire e curare i tumori a carico degli organi femminili: ovaie, utero, mammella.
Ha studiato il tipo di alimentazione utile per prevenirli, per curarli e anche da tenere in caso si decida di curarsi con a chemioterapia o la radioterapia.
Questo studio è stato promosso dall'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e dall'Istituto Europeo di Oncologia.

Come scrive il Dr. Berrino nella presentazione del progetto "Una cellula tumorale può essere vista come un seme che germoglierà soltanto se troverà nel terreno una giusta quantità di acqua e dei sali minerali che necessita e la piantina progredirà solo se troverà nel nostro terreno le sostanze che ne stimolino la crescita (fattori di crescita), se sarà in grado di indurre la formazione di vasi sanguigni che gli portino nutrimento e se le nostre difese saranno deboli. Poiché la composizione del nostro sangue, del nostro ambiente interno, il terreno dove potrebbero crescere eventuali tumori, può essere modificata dal nostro cibo e dal nostro stile di vita, è ragionevole pensare che possiamo fare molto per ridurre il rischio di ammalarci e, se ci siamo già ammalati, per aiutare le terapie ed avere successo. Il progetto DIANA ha lo scopo di valutare questa possibilità".



Alcuni ricercatori sostengono la teoria che il cancro sia provocato una uno stato infiammatorio cronico. Questa condizione mette sotto costante sforzo il sistema immunitario che obbliga le cellule limitrofe a quelle infiammate a dublicarsi per riparare l'infiammazione stessa. Poi, per carenza vitaminica o per presenza di agenti tossici, chimici o per ambiente fortemente acidificato (come dice il premio Nobel) e in generale a causa di un indebolimento del sistema immunitario stesso, una cellula sfugge al controllo (cellula impazzita) e diventa cancerogena. Basterebbe il sistema immunitario a distruggerla, ma non può perchè troppo impegnato a riparare le infiammazioni.
Per approfondire: http://www.my-immunity.com/it/come-i-tumori-sfuggano-al-sistema-immunitario.html

Anche impulsi elettromagnetici possono influire a creare un ambiente favorevole al cancro. Ci sono studi che hanno dimostrato che costante vicinanza con sorgenti di onde elettromagnetiche possono alterare le normali funzioni biologiche delle nostre cellule. Dopotutto noi siamo un insieme di organi che comunica attraverso impulsi elettrici, ogni organo ha un proprio elettromagnetismo, ed è naturale pensare, dato che così si studia a scienze fin dalle scuole medie, che queste frequenze possano essere alterate mandando in confusione i nostri organi e le cellule stesse!
Fonte:
 http://www.inquinamentoambientale.it/Elettromagn.%20Effetti%20Biologici.htm



Ci sono molte sostanze che sono cancerogene e che possono intossicare il nostro organismo al punto da provocare queste patologie.
Tutto ciò che è sintetico sta, col tempo, mostrando un’azione dannosa per il nostro organismo, come pure molte sostanze che vengono modificate dal loro stato naturale.
Un esempio lo possiamo trovare nel glutammato, un amminoacido che legato ad altri amminoacidi non è assolutamente dannoso, ma isolato sembra avere effetti dannosi sul nostro organismo, a partire da decifit di attenzione, attraverso malfunzionamento di molti organi, fino alla leucemia! 

Fonte: http://www.disinformazione.it/eccitotossine.htm

Anche le vitamine, se non sono di origine naturale, hanno mostrato non migliorare assolutamente il nostro stato di salute, ma addirittura varie agenzie internazionali hanno dichiarato che abbiano un potenziale cancerogeno!




Diverse ricerche mostrano che anche le proteine animali abbiano un ruolo nello sviluppo del cancro.
L’elevato (eccessivo) consumo di proteine animali, e di proteine in generale, è fonte di diversi problemi fisiologici. Troppo lungo da affrontare adesso questo argomento, ma, tornando al cancro, la notizia che la carne è cancerogena è uscita di recente su testate nazionali e internazionali, creando un certo senso di ribellione in molti appassionati consumatori di carni rosse e salumi!
Uno degli squilibri maggiori provocato da un eccesso di proteine, specialmente quelle animali, è provocato dalla putrefazione che (specialmente la carne) provocano durante la digestione perché il nostro tratto digestivo non è preparato a metabolizzare alcuni acidi che si formano durante la digestione.
Troppe proteine, per di più, predispongono alla disbiosi intestinale (come pure lo stress, un eccesso di zuccheri, alimentazione squilibrata, antibiotici e altro) cioè uno squilibrio nella flora intestinale e quindi in tutto il nostro sistema immunitario!


Gli alimenti raffinati e processati al punto da renderli quasi privi di nutrimento, se non un apporto calorico, come la farina 0 e 00, il riso bianco, lo zucchero, hanno mostrato, a causa dei picchi glicemici che provocano, non soltanto di essere la principale causa di obesità, malattie cardiovascolari e malattie metaboliche (sindrome metabolica, insulino resistenza, diabete…) ma essere anche gli alimenti “amici del cancro” perché lo zucchero nutre il cancro! E anche acidifica l’organismo… e come ha dimostrato 80 anni fa il nostro premio Nobel, la carenza di ossigeno aiuta la proliferazione delle cellule cancerogene.


Un’altra cosa da dire riguardo all’acidità sanguigna: molti gridano alla BUFALA riguardo a questo stato di acidosi, perché in effetti un organismo sano ha la capacità di gestire la tendenza di determinati alimenti e impulsi a portare acidità, grazie al suo sistema tampone, mantenendo così un equilibrio acido base.
L'espressione equilibrio acido-base, in biologia, indica l'insieme dei processi fisiologici che l'organismo mette in atto per mantenere al suo interno un livello di acidità compatibile con lo svolgimento delle principali funzioni metaboliche. Grazie a questi processi, il pH del sangue è normalmente mantenuto su valori compresi tra 7,35 e 7,45. (fonte wikipedia)
Il corpo umano ha alcuni meccanismi tampone, quindi in teoria riesce molto velocemente a riportare l’organismo in stato di equilibrio.. .il problema insorge se un organismo ha bisogno di costantemente di utilizzare questi mezzi, e ciò quasi sempre accade perché non ci nutriamo adeguatamente, siamo costantemente sottoposti a stress ossidativi e una naturale conseguenza sono decifit di minerali e vitamine!
Ammettiamolo: quanti tra noi e le persone che conosciamo mangiano sempre o quasi sempre in modo naturale?
Quindi uno degli squilibri provocati da un costante meccanismo di difesa da questo stato dannosissimo per il nostro corpo provoca, ad esempio, l’osteoporosi!
Non è tanto la carenza di calcio assunto tramite il cibo a provocarla, dato che il calcio è contenuto in ogni alimento di origine vegetale in minuscole o grandi quantità, ma il costante ricorrere alle nostre riserve di calcio, ossa, denti!



Un’alimentazione equilibrata e naturale (ovvero con alimenti non processati, non raffinati, verdura e frutta di stagione, cereali in chicco, possibilmente integrali, legumi e semi oleaginosi, in un giusto equilibrio… e possibilmente biologici) e una regolare attività fisica fanno bene al nostro corpo: sia alla la salute fisica che  a quella mentale!

Quando si è perso questo equilibrio bisogna correre ai ripari in modo repentino! Prima che sia troppo tardi!

Ci sono diverse terapie che possono aiutare a guarire, a recuperare quello stato di salute che avremmo dovuto avere, e più naturali sono e più efficaci sono.
Ricordiamo che tutto ciò che indebolisce il nostro organismo, anche una cura, col tempo può di nuovo provocare la malattia! (ne ho accennato, ad esempio, parlando degli antibiotici nel mio articolo Infezioni virali e non) e che anche chemioterapia e radioterapia sono state dichiarate cancerogene dall’organizzazione mondiale della sanità, quindi se si affrontano queste cure così pesanti bisogna anche sapere come rinforzare il nostro organismo per non autodistruggerci nel tentativo di curarci!

Frutta e verdura, come molte piante, sono ricche di elementi che aiutano il nostro organismo a prendere vigore, a depurarsi, a trovare un equilibrio tale da curarsi in modo naturale.

Spero che siate riusciti a seguire il mio pensiero.
Non è facile scrivere! Sicuramente ho dimenticato molte cose, altre sono passate nella mia mente, ma ho preferito non approfondire l'argomento e probabilmente non ho spiegato bene diverse altre cose. Spero, però, di aver stimolato il vostro interesse, di aver seminato un pensiero o domande che possano portare ad uno studio personale serio e approfondito... e anche di aver potuto ampliare e chiarire la visione di molte persone… e sono graditi i commenti per arricchire questo discorso.




Ecco alcuni libri utili:

Il metodo acido-base

Il cibo dell'uomo

Sugarblues Il mal di zucchero

Spercibi per la mente

Mangiar sano e naturale con alimenti vegetali e integrali

Identikit cancro


Questo contenuto è a solo scopo informativo e non è destinato a diagnosticare, trattare o curare alcuna malattia. Si consiglia di consultare un medico per affrontare specifici problemi di salute che potreste avere.

Per informazioni mi trovate anche su Facebook, Sara Rogai Santillo e seguitemi sugli altri miei blog http://semplicementedoterra.blogspot.it e www.sarasemplicemente.blogspot.it

mercoledì 17 febbraio 2016

Il mal d’orecchie



Quando un bambino – anche molto piccolo – si sveglia di notte all’improvviso piangendo di un pianto inconsolabile spesso ha male alle orecchie.
Questo dolore può essere causato da un’otite esterna, cioè una semplice infiammazione della membrana del timpano oppure da un otite media catarrale che è un’infiammazione acuta dell’orecchio medio. Nell’otite media catarrale, nei bambini con meno di due anni, sono frequenti segni come irritabilità, pianto, vomito, inappetenza; nei più grandicelli – oltre al dolore, la febbre, lo scolo di muco dall’orecchio, il vomito, l’irritabilità, il pianto, l’inappetenza, l’abbattimento – il bambino si tocca ripetutamente l’orecchio.
Il pediatra, per fare la diagnosi di otite media catarrale, dovrebbe osservare attraverso l’otoscopio una membrana timpanica intensamente arrossata, o giallo-grigiastra, estroflessa o retratta o perforata.
Si stima che entro i primi tre anni di vita circa l’85% dei bambini abbia almeno un episodio di otite media catarrale, mentre il 46% ne ha almeno tre. L’otite media catarrale è più frequente nei bambini di età compresa fra i 6 mesi e i 6 anni.
Uno studio1 su oltre 4.000 visite per dolore alle orecchie in bambini di età compresa fra 6 e 30 mesi dimostrava che solo il 44% dei bambini in cui il pediatra aveva avanzato il sospetto diagnostico tramite l’otoscopia, aveva di fatto un’otite media catarrale.
Di solito in Italia quando viene fatta questa diagnosi a questi bambini vengono senza indugio prescritti antibiotici, antistaminici, gocce nasali decongestionanti e antidolorifici.

Come trattare il mal d’orecchie


A partire dall’inizio degli anni ’80 in Olanda, riconoscendo al bambino sano una buona capacità di autoguarigione, si è iniziato a praticare la cosiddetta “strategia di vigile attesa”, che consiste nel:

non somministrare l’antibiotico per 48-72 ore dal momento della diagnosi; 


somministrare solo un antidolorifico (paracetamolo) per il controllo del dolore;


fornire informazioni anche scritte ai genitori o a chi si prende cura del bambino sull'evoluzione e gestione dell'otite media catarrale;


garantire un controllo dopo 48-72 ore; 


somministrare l’antibiotico se dopo 48-72 ore i sintomi non si sono risolti o sono peggiorati


Nei bambini con età compresa fra i 6 e i 12 mesi in buone condizioni generali e in tutti i bambini di età superiore all’anno (a meno che non presentino sintomi gravi o scolo dall'orecchio) è consigliabile attendere la reazione del bambino prima di somministrare l’antibiotico, utilizzando la prescrizione solo nel caso in cui i sintomi (dolore e febbre) non migliorino ovvero peggiorino dopo 48-72 ore.
Qualora l’antibiotico si renda necessario per la gestione dell’otite media acuta, il farmaco di prima scelta è l’amoxicillina, il più economico e con minor effetti collaterali.

Questa strategia3 è stata più volte verificata e si è sempre dimostrata utile nella gestione dell'otite media catarrale, con tassi di guarigione in assenza di assunzione di antibiotico che variavano dal 62% al 76% in diversi contesti (ambulatorio di pediatria, dipartimento di emergenza, ambulatori universitari).
Nei casi trattati con strategia di vigile attesa non si sono riscontrati aumenti di complicanze a breve termine come la mastoidite, né a lungo termine, come la riduzione dell’udito, la difficoltà nello sviluppo del linguaggio e delle relazioni sociali.
Esistono poi delle raccomandazioni che i genitori dovrebbero ricevere dal pediatra sin dalla prima visita per prevenire l’insorgenza dell’otite:

allattare al seno per i primi sei mesi in modo esclusivo

non esporre il bambino al fumo di sigaretta

non utilizzare ciucci e/o biberon.

Gli interventi preventivi proposti sono attuabili e utili anche per la promozione del benessere generale del bambino e della sua famiglia, ma vengono spesso trascurati dai pediatri che sottovalutano la prevenzione primaria, poco amata anche dalle case produttrici di farmaci e vaccini, le quali preferiscono i trattamenti antibiotici – spesso inutili, costosi e/o inappropriati – oppure consigliano a scopo preventivo la vaccinazione antipneumococcica o antinfluenzale, che non risulta apportare alcun sostanziale beneficio nella prevenzione dell’otite media acuta.
Nel 40% circa degli episodi di otite media catarrale nell’orecchio medio residua del catarro sterile, che può richiedere anche un mese per riassorbirsi completamente (nel 10% dei casi l’essudato può perdurare fino a tre mesi) e anche in questo caso l’utilizzo di decongestionanti, antistaminici o cortisonici, spesso prescritti singolarmente o in combinazione, ha frequenti effetti collaterali dannosi e nessuna efficacia.

Cosa fare


Per calmare il mal d’orecchio, riscaldare leggermente qualche goccia d’olio in un cucchiaio o in un pentolino di acciaio e, con l’aiuto di un contagocce lasciar cadere una o due gocce di olio caldo nel condotto uditivo.
L’azione antidolorifica è data dal cromo rilasciato dall’acciaio nell’olio sottoposto a riscaldamento.


Tonsille e adenoidi


Quando in un bambino le otiti si ripetono più volte nell’anno in assenza di serie complicazioni, invece di tranquillizzare i genitori – facendo loro comprendere che si tratta di patologie che si ridurranno da sole nel tempo – il bambino viene assai spesso inviato allo specialista otorinolaringoiatra che sovente consiglia, visto l’insuccesso delle terapie inutili effettuate, l’intervento di adenotonsillectomia.
La tonsillectomia e l’adenoidectomia sono le operazioni chirurgiche più frequentemente eseguite in età pediatrica in Italia. Nel 2000 sono state rilevate dal sistema informativo del Ministero della salute 32.000 adenoidectomie, eseguite in bambini o adolescenti.

Ma cosa sono e a che cosa servono le tonsille e le adenoidi? Ed è giusto toglierle con tanta facilità? Anatomicamente, tonsille e adenoidi fanno parte di un unico complesso di grandi organi linfatici situati all’ingresso della gola. Al contrario della milza e dei linfonodi che fanno parte anch’essi del sistema linfatico, tonsille e adenoidi non sono circondate da una capsula connettivale che le separa dall’ambiente esterno, perché contraggono importanti rapporti proprio con quest’ultimo, con la funzione strategica di produrre linfociti, cioè cellule della difesa immunitaria nel punto dove, attraverso il cibo e la respirazione, entrano nel nostro organismo la maggior parte delle sostanze estranee, compresi virus e batteri.
Ogni individuo ha all’ingresso della gola 5 di questi organi: il primo impari mediano situato nella volta del rinofaringe detta tonsilla faringea, meglio conosciuta col nome di Adenoidi per il fatto che quando si ingrandisce assume un aspetto definito “vegetazioni adenoidee”, due tonsille palatine conosciute comunemente come Tonsille per la forma a mandorla, e due tonsille linguali posizionate una accanto all’altra, tanto da sembrare una formazione unica, poste alla base della lingua. Collegati tra di loro da vasi linfatici, questi cinque organi rappresentano un’unità funzionale chiamata anello di Waldeyer, che costituisce una barriera contro le infezioni ma non conserva la stessa struttura per tutta la durata della vita, perché le adenoidi vanno spontaneamente in regressione col sopraggiungere dello sviluppo puberale e normalmente non sono più presenti nell’adulto.
Un comportamento analogo, cioè una funzione importante fino a una certa età con successiva regressione, lo ritroviamo solo nel timo, sulla cui fondamentale importanza nella maturazione del sistema immunitario non esistono dubbi.
Cosa accomuna queste due strutture, una – il timo – organo linfoide separato dall’ambiente da una capsula connettivale, l’altro – le adenoidi – aggregato linfatico totalmente aperto al contatto con l’ambiente aereo esterno? È necessario ricordare ancora un altro aspetto delle adenoidi, poco studiato e valorizzato, ed è il loro rapporto con l’ipofisi faringea, struttura endocrina alloggiata immediatamente davanti alle adenoidi con le quali contrae rapporti.
L’ipofisi faringea, con la sua struttura e la sua caratteristica funzionale diversa nell’uomo e nella donna, è semplicemente ignorata dall’immunologia che tuttavia riconosce ai linfociti la capacità di leggere e interagire anche con sostanze di tipo ormonale. Non dare sufficiente importanza a questi aspetti contribuisce alla facilità con cui si decide l’intervento chirurgico, che oltre a eliminare le adenoidi distrugge questo tessuto ipofisario.
Se le adenoidi si aprono al diretto contatto con quanto arriva tramite la respirazione, le tonsille, che occupano spazio comune alle vie aeree e digestive, entrano in diretto contatto con quanto viene assunto per via orale, quindi con tutte le sostanze che poi verranno processate nel tubo digerente a diversi livelli, e con diverso impegno, da altre strutture linfatiche presenti nell’intestino (placche del Peyer, appendice).
Non è un caso quindi che dopo interventi di tonsillectomia siano frequenti attacchi di appendicite di ben più importante impatto chirurgico.
Come dire che il preliminare incontro delle sostanze con il tessuto linfatico di prima linea della gola “prepara” le strutture linfatiche di seconda e terza linea all’incontro con sostanze a loro altrimenti sconosciute.
È evidente che le strutture linfatiche della bocca e della gola non servono solo a processare antigeni scoprendoli e identificandoli per maturare un sistema di difesa importante come è quello dell’immunità umorale (anticorpi); il loro aspetto morfologico, il loro comportamento funzionale, i rapporti che esse contraggono con strutture di altra natura, ormonale o sensoriale (olfatto per le adenoidi, udito per la tonsilla tubarica, gusto per la tonsilla linguale) alludono a rapporti più sottili che “legano” comunque l’uomo all’ambiente.
La rimozione ingiustificata o troppo precoce delle strutture linfatiche nel bambino, come anche gli effetti di stimolazioni improprie o eccessive del sistema immunitario in via di maturazione (antigeni alimentari, troppi vaccini) possono provocare danni allo sviluppo globale dell’individuo sfuggendo per la loro sottigliezza all’osservazione immediata, ma causando in ultima analisi un indebolimento della vitalità e delle capacità di difesa. Inoltre no
n sembra certo che l’asportazione delle adenoidi, associato spesso a quello delle tonsille, sia in grado di ridurre disturbi respiratori.
Secondo uno studio pubblicato su una delle più importanti riviste americane di pediatria4, sembra che solo un quarto circa dei bambini sottoposti ad adenotonsillectomia per apnea ostruttiva nel sonno vadano incontro a remissione completa. Non bisogna dunque presumere che questo intervento sia sempre curativo, dato che lo è solo in una piccola percentuale dei casi.
I tassi di ospedalizzazione per tonsillectomia sono pari a 94,3 per 10.000 nella fascia d’età 4-9 anni. In Italia e in Scozia il rischio per un bambino di subire la rimozione delle tonsille e delle adenoidi aumenta con l’abbassamento delle condizioni socio economiche dei genitori. Le disparità potrebbero dipendere da una maggiore prevalenza delle infezioni tonsillari tra i soggetti più disagiati, ma anche da un maggior rischio di interventi inappropriati a carico dei gruppi sociali più vulnerabili perché meno capaci di svolgere quel controllo sulla propria salute che dovrebbe essere promosso dagli stessi medici curanti. A conferma di ciò, in Svizzera è stato osservato che i figli dei medici hanno un rischio minore di essere sottoposti a tonsillectomia nel corso della vita rispetto alla popolazione generale.



Tratto da: Bambini e (troppe)  medicine, capitolo 6


Nel libro sono proposti, in sostituzione dei farmaci, semplici rimedi tradizionali che hanno sia l'effetto di lasciare le medicine nell'armadietto che quello di stimolare i genitori nelle ricerca di soluzioni meno aggressive ma ugualmente efficaci.


Ecco di seguito alcuni esempi:
OTITE: una o due gocce di olio di oliva riscaldato in un cucchiaio o in un pentolino di acciaio e poi fatte scivolare nel canale uditivo leniscono il dolore grazie all'azione combinata del cromo dell'acciaio e dell'olio.


CISTITE: una spremuta di pompelmo e limone senza acqua né zucchero data più volte al giorno fa scomparire bruciore e necessità di urinare.


VARICELLA: aglio (potente antivirale) in tutti i modi possibili: minestrine, bruschette, patate, paghetti e così via.


SUDORAZIONE ECCESSIVA: latte con limone, o arancia o pompelmo, da bere appena preparati.


DERMATITE ATOPICA: usare un'emulsione con olio di oliva (1/3) e acqua (2/3), meglio se entro tre minuti dalla fine del bagno.