lunedì 27 giugno 2016

Allattamento: Bisogna dare acqua ai bambini quando fa caldo?

Quando fa caldo spesso le madri si sentono raccomandare di dare al bambino anche l’acqua, per evitare il rischio di disidratazione. Ma è davvero necessaria?
Cominciamo col vedere se c’è un modo per verificare se il bambino sta rischiando o no la disidratazione. Un sistema c’è ed è molto affidabile: se il bambino sta ricevendo troppo pochi liquidi, la sua urina diminuisce e diviene più concentrata. la pipì di un bimbo ben idratato è chiarissima, quasi trasparente. Un colore giallo intenso, pannolini più leggeri/asciutti sono segno che è poco idratato.
Quindi finché i pannolini in 24 ore sono almeno 5-6 ben bagnati di urina chiara, è tutto ok e non c’è bisogno di aggiungere nulla.
Se invece un bambino allattato esclusivamente al seno fa una pipì gialla, scarsa, allora significa che l'allattamento non è del tutto a richiesta, cioè che qualche segnale di richiesta di poppare è sfuggito, o la poppata è stata limitata in durata, o gli è stato proposto altro (cullare, distrarre, ciuccio). In questo caso la soluzione non è dare acqua ma farlo poppare di più al seno: cosa che i bambini già gestiscono da sé naturalmente, perché se fa caldo e sudano, i bambini allattati al seno cominciano a chiedere di poppare molto più spesso, e poppano anche per pochi minuti, assumendo appunto la parte di latte più ricca di acqua (primo latte). Si autoregolano e non c'è bisogno di dare acqua.
Non a caso l'OMS raccomanda di dare niente altro che latte materno per i primi 6 mesi.

Ma che male può fare un po’ d’acqua?

Beh, ci sono vari motivi per cui può non essere opportuno darla.
Ad esempio, se l’acqua viene data col biberon il bambino può confondersi nella suzione e diventare meno efficace quando poppa al seno.
Se si tratta invece solo di qualche cucchiaino, beh allora l’apporto di liquidi è così poco rilevante che tanto vale farlo poppare al seno qualche secondo in più!
Per quanto possa sembrare assurdo, poi, il latte umano è più digeribile dell'acqua per lo stomaco del neonato, perché contiene in sé gli enzimi per essere digerito, e tutte le sostanze necessarie nel giusto equilibrio, mentre l'acqua varia molto in contenuto di sali minerali e di caratteristiche chimiche, e la sua composizione può impegnare maggiormente i reni del bambino; inoltre l’acqua in bottiglia comporta rischi aggiuntivi riguardo alla sterilità.
Il motivo principale però per cui dare acqua a un bambino allattato esclusivamente non è una buona idea, è che nella fase di allattamento esclusivo l'acqua non fa che sostituirsi al pasto di latte, non migliora l'idratazione ma il bambino poppa (e quindi si nutre e cresce) di meno. Insomma il latte materno contiene tutta l’acqua di cui il bambino ha bisogno, ed in più fornisce sempre anche nutrimento e fattori di protezione, di crescita, enzimi eccetera.
In particolare nelle primissime settimane qualsiasi cosa diversa dal latte riduce l’apporto di latte materno, interferisce con il processo di calibrazione, e non incide affatto a migliorare l’idratazione del neonato:
Kusuma s, Agrawal S et al. Hydration status of exclusively and Partially Breastfed near-term newborns in the first week of life, JHL 2009;25(3):280-86.

E se il bambino prende la formula invece?

Nei primi sei mesi di vita, il bambino che poppa esclusivamente al seno, quando ha sete, fa tante poppate brevi e frequenti; così prende solo il primo latte e alla fine in questo modo ottiene un latte che è più ricco di acqua e meno ricco di grassi, ma ha ugualmente un contenuto abbondante di zuccheri e di proteine. Il bambino alimentato artificialmente non ha la possibilità di avere due formule, una che imita il primo latte e una che imita il secondo latte: o prende il "pacchetto completo" o beve solo acqua. Questo significa che, quando ha sete, gli si potrebbe dare acqua, ma in quell'occasione non prenderebbe anche lattosio, proteine e fattori vari come invece fa il bambino che poppa al seno; e dovrebbe recuperare questi nutrienti con le successive poppate di formula (ricordiamo che anche il bambino alimentato artificialmente dovrebbe prendere solo la formula nei primi sei mesi di vita). D'altronde, può avere bisogno di una maggiore quota d'acqua quando fa caldo e suda, per reidratarsi, cosa di cui le mamme che allattano al seno, invece, non devono preoccuparsi perché la natura fa tutto da sé.
Quindi la faccenda è più complicata da gestire. Alcune mamme scelgono, quando fa molto caldo e il bimbo suda molto, se la pipì risulta più scarsa e concentrata, di dare anche un po’ d’acqua, però il rischio è sempre quello di non dosare bene quest'acqua e di darla a detrimento del cibo: se si riempie il pancino di acqua assumerà meno formula. Quindi valgono sempre le stesse regole: vanno controllate bene le evacuazioni, la pipì e il peso per capire se si sta alimentando e idratando abbastanza, e regolarsi poi di conseguenza, eventualmente consultando il pediatra se necessario.

E quando il bambino comincia a mangiare anche cibi solidi?

Molto dipende anche da quanto sale conterranno i cibi che mangerà… idealmente non bisognerebbe aggiungere sale ai primi cibi che si introducono, anche se quando il bambino fa autosvezzamento può capitare anche che assaggi il pezzo di pane o di pizza dell’adulto, non necessariamente privo di sale… quindi potrebbe avere bisogno anche di bere un po’ di più.
Se poppa ancora al seno però può scegliere di dissetarsi comunque con il latte della mamma, che dovrebbe essere offerto come sempre a richiesta e senza limitazioni. Insomma quando mangerà anche cibi solidi, il bambino più grande potrà, ma non necessariamente dovrà, bere anche acqua; può anche continuare a dissetarsi al seno. Ma se invece chiede l'acqua la si può offrire direttamente dal bicchiere, anche per far sì che il bambino vada comunque al seno per soddisfare il suo bisogno di suzione.
Ci si basa sempre sui pannolini bagnati per vedere se si sta idratando abbastanza, e se per caso si nota che il bambino, che sta bevendo molto al bicchiere, sta crescendo meno, si può provare a riprendere a offrirgli solo il seno invece dell'acqua (accanto ai cibi solidi), per farlo crescere di più.

Ma se fa veramente molto, molto caldo, un caldo fuori del comune??

Persino in casi di caldo eccezionale il latte materno è in grado di soddisfare pienamente il bisogno idrico del bambino, purché non si impongano limitazioni alle poppate, che possono anche diventare molto più frequenti di prima. Nel primo semestre, quello dell’allattamento esclusivo, dare acqua al posto del seno non comporta nessun vantaggio in termini di idratazione, ma solo svantaggi: il bambino assumerà meno latte e quindi meno nutrienti. Questo vale anche ai tropici e all’equatore, come dimostrano due studi fatti in paesi caldissimi.
Hanno fatto queste ricerche confrontando due gruppi di lattanti in zone desertiche: in entrambi i gruppi i bambini avevano libero accesso al seno secondo la loro richiesta, però un gruppo di bambini assumeva solo latte materno, all'altro davano anche un po' d'acqua. Risultati: i bambini di entrambi i gruppi erano UGUALMENTE ben idratati… però i bambini nel secondo gruppo crescevano meno, perché al posto di alcune poppate di latte prendevano acqua.
Ashraf RN, Jalil F, Aperia A, Lindblad BS. Additional water is not needed for healthy breastfed babies in a hot climate. Acta Paediartr Scan 1993;82:1007-1011. Sachdev HP, Krishna J, Puri RK, Satyanarayana L, Kumar S. Water supplementation in exclusively breastfed infants during summer in the tropics. Lancet 1991;337(8747):929-33.

giovedì 9 giugno 2016

Risotto con lenticchie rosse sgusciate


In una pentola a pressione ho cucinato il riso integrale in proporzione con l'acqua 1 a 1 e 1/2 e un pizzico di sale marino integrale. Ho aggiunto una goccia  di o.e. di rosmarino e una di origano. Al fischio della valvola abbasso la fiamma
Spesso ne preparo di più e lo conservo in frigo, così per i futuri due giorni è già pronto per fare le mie ricette, ogni volta diverse.

In un pentolino ho fatto rosolare in pochissimo olio le cipolle, aggiunto un pizzico di sale e coperto. In questo modo cuociono nella propria acqua e non friggono. Ogni tanto mescolavo.
Appena le cipolle erano più morbide ho aggiunto le carote. Stesso procedimento, saltate, salate appena e coperte.
Infine ho aggiunto qualche pomodorino tagliato a metà.
Quando anche il pomodoro era ammorbidito ho frullato tutto (perché alle mie figlie non piace il sugo a pezzettini) e aggiunto le lenticchie rosse sgusciate.
Ho fatto cuocere le lenticchie aggiungendo di tanto in tanto acqua, affinché potessero cuocere senza far attaccare il sugo al fondo della pentola.
Quando tutto era pronto ho mescolato il riso alle lenticchie e aggiunto curry a piacere (io faccio 1/3 di cucchiaino per piatto, ma per molti è troppo).
Ho servito nei piatti e condito con un filo d'olio extravergine d'oliva.


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