venerdì 18 settembre 2020

RACCOMANDAZIONI WCRF 2007: STILE DI VITA PER LA PREVENZIONE DEI TUMORI

 Il cibo, la nutrizione, l’attività fisica e la prevenzione del cancro: una prospettiva globale.


Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF), la cui missione è di promuovere la prevenzione primaria dei tumori attraverso la ricerca e la divulgazione della conoscenza sulle loro cause, ha concluso un’opera ciclopica di revisione di tutti gli studi scientifici sul rapporto fra alimentazione e tumori. 

Vi hanno contribuito oltre 100 ricercatori, epidemiologi e biologi, di una ventina di centri di ricerca fra i più prestigiosi del mondo. Il volume, disponibile su www.dietandcancerreport.org, è molto prudente nelle conclusioni, che riassumono in 10 raccomandazioni solo i risultati più solidi della ricerca scientifica. 

Di tutti i fattori che si sono dimostrati associati ad un maggior rischio di cancro, quello più solidamente dimostrato è il sovrappeso: le persone grasse si ammalano di più di tumori della mammella, dell’endometrio, del rene, dell’esofago, dell’intestino, del pancreas, e della cistifellea.

Di qui la prima raccomandazione di mantenersi snelli per tutta la vita e di evitare i cibi ad alta densità calorica, cioè i cibi ricchi di grassi e di zuccheri, che più di ogni altro favoriscono l’obesità: in primo luogo quelli proposti nei fast food e le bevande zuccherate. 

La vita sedentaria è un’altra causa importante di obesità, ma è una causa di cancro anche indipendentemente dall’obesità: gli studi epidemiologici hanno evidenziato che le persone sedentarie si ammalano di più di cancro dell’intestino, della mammella, dell’endometrio, e forse anche del pancreas e del polmone. 

Altri fattori che un gran numero di studi coerentemente indicano come cause importanti di cancro includono: il consumo di bevande alcoliche, associato ai tumori del cavo orale, della faringe, della laringe, dell’intestino, del fegato e della mammella; il consumo di carni rosse, soprattutto di carni conservate, associato soprattutto al cancro dell’intestino, ma probabilmente anche ai tumori dello stomaco, e sospettato per i tumori dell’esofago, del pancreas, del polmone e della prostata; il consumo elevato di sale e di cibi conservati sotto sale, associati al cancro dello stomaco; il consumo elevato di calcio, probabilmente associato al cancro della prostata; il consumo di cereali e legumi contaminati da muffe cancerogene, responsabili del cancro del fegato; la contaminazione con arsenico dell’acqua da bere, responsabile di tumori del polmone e della pelle; il consumo di supplementi contenenti betacarotene ad alte dosi, che fanno aumentare l’incidenza di cancro del polmone nei fumatori. 

Sul latte e i latticini e, in generale, sui grassi animali gli studi sono molto contrastanti e non conclusivi: il consumo di latte sembrerebbe ridurre i tumori dell’intestino, che sarebbero però aumentati dal consumo di formaggi, e un consumo elevato di grassi aumenterebbe sia i tumori del polmone che i tumori della mammella; si tratta di aumenti di rischio modesti ma, data l’elevata frequenza di questi tumori, tutt’altro che trascurabili. 

Un ulteriore fattore importante considerato nel volume è l’allattamento, che riduce il rischio di cancro della mammella, e forse dell’ovaio, per la donna che allatta, e riduce il rischio di obesità in età adulta per il bambino che viene allattato. 

Ma veniamo alle raccomandazioni:

1) Mantenersi snelli per tutta la vita. Per conoscere se il proprio peso è in un intervallo accettabile è utile calcolare l’Indice di massa corporea (BMI = peso in Kg diviso per l’altezza in metri elevata al quadrato: ad esempio una persona che pesa 70 kg ed è alta 1,74 ha un BMI = 70 / (1,74 x 1,74) = 23,1.), che dovrebbe rimanere verso il basso dell’intervallo considerato normale (fra 18,5 e 24,9 secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità). 

2) Mantenersi fisicamente attivi tutti i giorni. In pratica è sufficiente un impegno fisico pari a una camminata veloce per almeno mezz’ora al giorno; man mano che ci si sentirà più in forma, però, sarà utile prolungare l’esercizio fisico fino ad un’ora o praticare uno sport o un lavoro più impegnativo. L’uso dell’auto per gli spostamenti e il tempo passato a guardare la televisione sono i principali fattori che favoriscono la sedentarietà nelle popolazioni urbane. 

3) Limitare il consumo di alimenti ad alta densità calorica ed evitare il consumo di bevande zuccherate. Sono generalmente ad alta densità calorica i cibi industrialmente raffinati, precotti e preconfezionati, che contengono elevate quantità di zucchero e grassi, quali i cibi comunemente serviti nei fast food. Si noti la differenza fra “limitare” ed “evitare”. Se occasionalmente si può mangiare un cibo molto grasso o zuccherato, ma mai quotidianamente, l’uso di bevande gassate e zuccherate è invece da evitare, anche perché forniscono abbondanti calorie senza aumentare il senso di sazietà.

4) Basare la propria alimentazione prevalentemente su cibi di provenienza vegetale, con cereali non industrialmente raffinati e legumi in ogni pasto e un’ampia varietà di verdure non amidacee e di frutta. Sommando verdure e frutta sono raccomandate almeno cinque porzioni al giorno (per circa 600g); si noti fra le verdure non devono essere contate le patate.

5) Limitare il consumo di carni rosse ed evitare il consumo di carni conservate. Le carni rosse comprendono le carni ovine, suine e bovine, compreso il vitello. Non sono raccomandate, ma per chi è abituato a mangiarne si raccomanda di non superare i 500 grammi alla settimana. Si noti la differenza fra il termine di “limitare” (per le carni rosse) e di “evitare” (per le carni conservate, comprendenti ogni forma di carni in scatola, salumi, prosciutti, wurstel), per le quali non si può dire che vi sia un limite al di sotto del quale probabilmente non vi sia rischio. 

6) Limitare il consumo di bevande alcoliche. Non sono raccomandate, ma per chi ne consuma si raccomanda di limitarsi ad una quantità pari ad un bicchiere di vino (da 120 ml) al giorno per le donne e due per gli uomini, solamente durante i pasti. La quantità di alcol contenuta in un bicchiere di vino è circa pari a quella contenuta in una lattina di birra e in un bicchierino di un distillato o di un liquore.

7) Limitare il consumo di sale (non più di 5 g al giorno) e di cibi conservati sotto sale. Evitare cibi contaminati da muffe (in particolare cereali e legumi). Assicurarsi quindi del buon stato di conservazione dei cereali e dei legumi che si acquistano, ed evitare di conservarli in ambienti caldi ed umidi. 

8) Assicurarsi un apporto sufficiente di tutti i nutrienti essenziali attraverso il cibo. Di qui l’importanza della varietà. L’assunzione di supplementi alimentari (vitamine o minerali) per la prevenzione del cancro è invece sconsigliata. 

9) Allattare i bambini al seno per almeno sei mesi.

10) Nei limiti dei pochi studi disponibili sulla prevenzione delle recidive, le 

raccomandazioni per la prevenzione alimentare del cancro valgono anche per chi si è 

già ammalato. 


COMUNQUE NON FARE USO DI TABACCO


LA TOSSE LA PAROLA ALLA NATUROPATIA (SIMO Scuola Italiana di Medicina Olistica)

Dottor Catia Trevisani (Ambrosia n° 12)


Oltre ad essere uno dei sintomi più frequenti a carico del sistema respiratorio e ad accompagnarsi, in alcuni casi, a malattie del cuore, la tosse è fondamentalmente un meccanismo di difesa che il nostro organismo utilizza per ripulire l'albero tracheobronchiale dalle secrezioni e dai corpi estranei. 

Inizia con una profonda inspirazione, seguita, in fase espiratoria, dalla chiusura della glottide, dal rilassamento del diaframma e dalla contrazione dei muscoli respiratori contro la glottide chiusa. All'interno del torace e nelle vie aeree si produce così la massima pressione positiva possibile, che arriva a determinare un restringimento della trachea.

Quando poi la glottide si riapre, l'elevata differenza di pressione tra le vie aeree e l'atmosfera, sommata al restringimento della trachea, provoca un forte flusso d'aria in uscita che è in grado di liberare le vie respiratorie e di "buttar fuori", eliminandoli, muco e corpi estranei.

Gli stimoli che possono provocare la tosse possono essere meccanici: corpi estranei, polveri irritanti, compressione delle vie aeree dall'esterno o dall'interno (tumori, ecc); chimici: gas irritanti, compreso il fumo di sigaretta, fumi chimici, ecc.; termici, come l'inalazione di aria molto fredda o molto calda; infiammatori, come nel caso di un'infiammazione della mucosa respiratoria a cui può aggiungersi l'irritazione dovuta a secrezioni.Anche la secrezione di muco è un meccanismo di difesa, in quanto consente di intrappolare particelle, polveri, germi, per poi eliminarli grazie al movimento continuo delle ciglia della mucosa respiratoria verso l'esterno. 

Quando le secrezioni sono troppo dense o eccessive, al contrario, la respirazione può essere difficoltosa.La tosse può ripulire le vie respiratorie alte, come nelle laringiti e tracheiti, oppure può essere più profonda per drenare i bronchi e i bronchioli, come nelle bronchiti e bronchioliti, fino ad arrivare a ripulire gli alveoli, come nelle polmoniti e negli ascessi polmonari.La tosse può essere irritativa, secca, senza produzione di muco, oppure produttiva, con l'eliminazione di secrezioni. 

Queste, cui si dà il nome di escreato, possono essere scarse o abbondanti, fluide o dense, talora appiccicose, bianche o giallastre o verdastre, talora putride, inodori o maleodoranti, e possono contenere o meno tracce di sangue.In alcuni casi, il ristagno del muco può non solo disturbare la respirazione (riduzione della ventilazione), ma anche provocare una sovrinfenzione batterica, per cui si ha febbre alta con catarro giallo putrido e maleodorante. In una patologia particolare, detta bronchiettasia, per la quale vi è una predisposizione genetica, si riscontra una marcata debolezza costituzionale dell'albero bronchiale tale che, lungo il suo decorso, si formano piccole sacche ripiene di catarro e pus, con danni e lesioni organiche per le continue infezioni che caratterizzano questa problematica di tipo cronico.La bronchite cronica del fumatore è dovuta allo stimolo irritativo continuo che il fumo produce sull'albero respiratorio. Inoltre, poiché le particelle di catrame si depositano in profondità negli alveoli polmonari, impegnando continuamente il sistema immunitario in un'eliminazione che non ha mai fine, nel tempo, i polmoni e l'intero albero bronchiale si indeboliscono.

Ci si può ammalare di tosse, dunque, per varie ragioni. Spesso sono chiamati in causa gli sbalzi di temperatura e, se la causa è esterna, per esempio il clima freddo quando non ci si è coperti sufficientemente, si guarisce rapidamente.Vi sono invece alcuni soggetti che, più predisposti alle malattie da raffreddamento e alla tosse in particolare, ne soffrono più di frequente e guariscono più lentamente di altri.Si tratta dei cosiddetti tipi polmonari o tubercolinici, individui costituzionalmente più deboli a livello di sistema respiratorio e caratterizzati psicologicamente da una forte sensibilità. Idealisti, soffrono particolarmente per le ingiustizie, inoltre si entusiasmano e si "innamorano" facilmente idealizzando persone e situazioni. Fisicamente sono piuttosto esili e poco coloriti, amano particolarmente le passeggiate nei boschi, che li rigenerano e li ossigenano, il contatto con gli alberi, il colore verde e l'azzurro del cielo, che li fortificano e riequilibrano il loro eccesso di sensibilità. Sono inclini alla riflessione e all'introspezione.

La loro eccessiva sensibilità, il loro grande bisogno del bello e del giusto spesso li può portare alla  tristezza e al rifiuto sul piano sociale e umano.Il rifiuto è infatti il tema della tosse, insieme con l'irritazione e la rabbia che l'accompagnano. Talora vi è anche un senso di costrizione o di oppressione al petto, un senso di chiusura che può arrivare al sibilo dell'asmatico in cui lo spasmo dei bronchi intrappola l'aria producendo una dispnea insopportabile, mentre i colpi di tosse sono un tentativo di liberazione e di apertura.In quel caso, questo sintomo fastidioso e "rumoroso" rende manifesto al soggetto e al mondo il suo disagio profondo ed è una forma liberatoria di una pressione interna eccessiva che si è accumulata nel petto.

Nella tosse di gola, invece, quella da "pizzicorino" superficiale, la problematica s'incentra principalmente su un rifiuto e la sofferenza sta nella mancata comunicazione e verbalizzazione del disagio: il blocco nella manifestazione produce un'irritazione alla gola e una pressione che la tosse tende a liberare.Quando invece sono impegnati i polmoni e le parti profonde dei bronchi, laddove avvengono gli scambi d'aria, si tratta di una problematica legata allo scambio, al dare e al ricevere sul piano affettivo.

L'asmatico trattiene l'aria, non la lascia uscire, vorrebbe tener legati a sé gli affetti. In
particolare, la relazione con la figura materna è conflittuale, vi è una dipendenza, un bisogno
di trattenerla (broncospasmo) e, d'altra parte, un bisogno di autonomia, un rifiuto, un desiderio di
eliminarla, di allontanarla (tosse). In questa conflittualità si consuma la crisi dell'asmatico che pone
in atto, sulla scena del suo quotidiano, il proprio conflitto esistenziale di "dipendenza−autonomia".I
suggerimenti alimentari efficaci per chi soffre di tosse possono essere molteplici. Innanzitutto, occorre un'alimentazione sana che migliori le difese immunitarie e fortifichi il soggetto a livello di sistema respiratorio. Inoltre, è bene evitare gli alimenti che intensificano la produzione di muco e catarri, in particolare latte vaccino e derivati (formaggi e yogurt), oltre alle farine bianche, raffinate.In medicina tradizionale cinese il sistema respiratorio, e quindi i polmoni, sono accoppiati al colon, pertanto in tutti i casi in cui insorgono problematiche alle vie respiratorie è consigliabile prendersi cura anche del grosso intestino. Inoltre, l'energia vibratoria corrispondente a tali sistemi è il colore bianco (il colore del latte e delle farine raffinate).

Il latte, a livello archetipale, simboleggia la madre, il bisogno di succhiare dal seno materno, il bisogno di sicurezza affettiva e protezione. Il latte, si sa, è il cibo dei piccoli, e gli animali, in natura, dopo lo svezzamento non introducono mai più tale alimento; l'essere umano adulto, invece, spesso non sa farne a meno: una manifestazione che, a livello simbolico, rimanda a una problematica di dipendenza affettiva. Evitare il consumo di latte non solo riduce fortemente la formazione di muco e catarri, ma, come cambiamento di un'abitudine alimentare, influisce anche sulla psiche e, in particolare, sulle dipendenze affettive. Infatti noi ci nutriamo, oltre che dei nutrienti presenti nei cibi, anche degli aspetti simbolici che questi rappresentano.Le farine bianche possono essere sostituite in modo eccellente da cereali integrali e, in parte, da farine integrali, meglio se fresche o comunque macinate da poco tempo.

Tra i cereali sono particolarmente benefici il riso, il farro, il miglio. Tra gli alimenti di colore
bianco, che possono essere consigliabili, si ricordano in particolare le rape e il sedano rapa. Il consumo di buone quantità di verdure crude e cotte, legumi, semi oleosi, frutta fresca e secca, e una piccola quantità di pesce per chi non è vegetariano, assicurano una dieta bilanciata che mantiene l'organismo in ottima forma e previene l'accumulo di tossine di cui i catarri, in chi è predisposto, sono forme di eliminazione. Il succo di ribes nero spremuto a freddo, oltre a contenere vitamina C, aiuta a  fluidificare il muco; un valido aiuto possono essere anche tisane calde dolcificate con miele. Inoltre, nei soggetti predisposti alla tosse, è bene tenere sotto controllo il fegato. In medicina tradizionale cinese, il fegato è collegato alla rabbia, all'intolleranza, al rifiuto. Di nuovo ci troviamo ad escludere i latticini che appesantiscono questo organo, i cibi eccessivamente acidi come le carni e le solanacee − in particolare pomodori, peperoni e melanzane −, fritti e uova. Invece, sono consigliabili verdure verdi cotte e crude, il tarassaco e, nella stagione fredda, frequenti zuppe di miso, meglio se preparate con porri, carote, alga kombu, un pezzettino di prugna umeboshi e zenzero.

Il miso, che è soia fermentata in forma cremosa, è salato ed è un ottimo condimento, che sostituisce il dado: si aggiunge a fine cottura e non si fa bollire, in quanto contiene fermenti che altrimenti si distruggerebbero e che, ricostituendo la flora intestinale, rafforzano il colon e le difese immunitarie.

Il sapore piccante "covibra" con polmoni e colon, pertanto in piccole quantità li rinforza, in grandi quantità li indebolisce. Si consiglia pertanto il consumo di piccole quantità di peperoncino e, ancora meglio e abbastanza spesso, di zenzero (ginger) in succo fresco o, se non lo si trova, in polvere; può essere aggiunto alle zuppe e alle verdure o utilizzato per la preparazione di tisane.Infine, una piccola quantità di prugna umeboshi, prodotto macrobiotico come il miso, può essere efficace come alcalinizzante. Per i soggetti polmonari, che tendono ad avere un metabolismo eccessivamente acido, umeboshi e miso sono altamente riequilibranti. Si tratta di una prugna fermentata salata che si può aggiungere all'acqua di cottura dei cereali, nelle minestre e nelle zuppe; un piccolo pezzetto nell'olio di una frittura, che saltuariamente ci si può concedere, ne bilancia l'effetto di acidificazione, inoltre migliora la digestione ed elimina i disturbi da eccessi di acidi gastrici.Un ultimo consiglio viene dall'Igienistica: in tutti i casi di patologie alle vie respiratorie è consigliabile un enteroclisma con due litri di acqua tiepida, perché, purificando il colon, migliora immediatamente anche i disturbi respiratori.
Come abbiamo visto, dato che corpo e psiche sono un tutt'uno, uno stile di vita corretto (evitare il fumo, passeggiare nel verde, prendersi degli spazi per rigenerarsi, curare l'igiene del colon) e una sana alimentazione possono influenzare positivamente entrambi e rafforzare organi e sistemi costituzionalmente deboli, in modo che le manifestazioni patologiche non siano più necessarie per rendere manifesto un disagio o siano presenti solo in forma lieve e facilmente superabile.


FITOCOMPLEMENTI IN NATUROPATIA
Poiché la tosse è un processo difensivo, non va bloccata, mentre è utile fluidificare il catarro e rinforzare le difese immunitarie. Una volta escluse patologie importanti, quali tumori, polmoniti, problematiche cardiocircolatorie, soprattutto a chi è soggetto a frequenti forme recidivanti alle vie respiratorie, è utile proporre dei rimedi di terreno per un riequilibrio generale e costituzionale.
Oligoelementi e piante medicinali possono essere un ottimo supporto in un approccio olistico ai
disturbi delle vie respiratorie, tosse compresa.

Manganese−Rame (Mn−Cu). E' l'oligoelemento diatesico per i soggetti ipostenici, caratterizzati da
facile affaticabilità e predisposizione alle malattie infettive prevalentemente dell'apparato respiratorio.

Rame−Oro−Argento (Cu−Au−Ag). Si utilizza maggiormente negli anziani o, comunque, in soggetti
anergici, caratterizzati da una mancanza importante di autodifese sia fisiche che psicologiche. E' utile anche per rinforzare un soggetto di qualsiasi età dopo un lungo periodo di cura a base di antibiotici. 

Rame (Cu). E' l'oligoelemento che si utilizza più frequentemente negli stati infiammatori, infettivi e virali. Stimola il sistema reticoloendoteliale.

Zolfo (S). E' il rimedio catalitico delle turbe epato−biliari ed è un desensibilizzante. Ha un importante effetto terapeutico nelle affezioni respiratorie, è un ottimo disintossicante.Tra le piante medicinali sono da preferirsi, per i bambini, le donne in gravidanza e gli anziani, i gemmoderivati, più maneggevoli rispetto ad altri tipi di preparazioni.

Carpino MG. La sua azione si svolge a livello di trachea e bronchi, ha un effetto antispasmo e sedativo della tosse.

Ribes nero MG. Ha un effetto cortison−like, attraverso un considerevole stimolo surrenalico ha un'azione aspecifica antinfiammatoria.Rosa canina MG. Si utilizza soprattutto nelle flogosi recidivanti delle vie respiratorie

Caprifoglio MG. Aiuta a ripristinare la funzionalità dei tessuti in cui persiste uno stato infiammatorio
cronicizzato, soprattutto originato da patologie infettive; ha un effetto benefico particolare sul fegato.

Nocciolo MG. E' utilissimo nelle patologie croniche in quanto inibisce la tendenza alla sclerosi del parenchima polmonare del quale normalizza funzionalità ed elasticità. Inoltre ha un'azione di drenaggio del polmone in quanto emuntore, oltre a un effetto positivo sulla funzionalità epatica.

Viburno MG. Ha un'importante azione broncodilatatrice e, anche attraverso un'azione sedativa sul sistema neurovegetativo polmonare, stimola e normalizza la funzione respiratoria. E' un rimedio importante nei soggetti asmatici.

Faggio MG. Ha un'azione immunostimolante e antisettica delle vie aeree e può essere utile nelle
infezioni recidivanti.

Piantaggine TM. Ha un effetto antinfiammatorio e batteriostatico nelle affezioni dell'apparato respiratorio.

Enula TM. Ha un effetto espettorante, mucolitico e sedativo della tosse.

Marrubio TM. Si utilizza come mucolitico, spasmolitico ed espettorante nelle bronchiti acute e croniche. Per la tosse sono inoltre particolarmente efficaci gli oli essenziali e le essenze floreali, vedi
"Consigli dal mondo delle essenze".

Bibliografia
Rossi, M. − Tinture Madri in fitoterapia − Studio Edizioni, 1992
Piterà, F. − Compendio di Gemmoterapia clinica − De Ferrari 1994

Allattamento al seno oltre il primo anno di vita e benefici

 Allattamento al seno oltre il primo anno di vita e benefici 

per lo sviluppo cognitivo, affettivo e relazionale del bambino 

Tavolo Tecnico Operativo Interministeriale sulla Promozione dell’Allattamento al Seno

Anno 2013


Un’ingiusta cattiva fama 

Con una certa frequenza la stampa sostiene l’ipotesi che un allattamento di lunga durata implichi una mancanza di autonomia infantile. Alcuni professionisti sanitari, attribuendo all'allattamento al seno di lunga durata infondate connotazioni negative sullo sviluppo affettivo e sociale del bambino, di fatto incoraggiano l’interruzione dell’allattamento materno, senza considerare pianamente la perdita di un beneficio di salute materno-infantile. 

Inoltre alcuni addetti alle cure quotidiane dei bambini presso gli asili nido ne condizionano l’accesso con l’interruzione dell’allattamento al seno.

Una colpevolizzazione, senza fondamento, della donna che a allatta

Continuamente vengono segnalate situazioni in cui la scelta della donna di allattare al seno nel secondo anno di vita ed oltre è oggetto di colpevolizzazione se non addirittura di strumentalizzazione giudiziaria come accaduto per controversie in cause di divorzio.

Contrariamente a quanto sostiene la ricerca scientifica e contrariamente alle più aggiornate health policy, vengono purtroppo ancora creati allarmismi su presunte e non provate conseguenze negative dell’allattamento di lunga durata.

Qual è la posizione del Ministero della Salute, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e delle Società scientifiche pediatriche?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Ministero della Salute e le società scientifiche pediatriche raccomandano l’allattamento al seno, norma naturale di nutrizione ed interazione fra madre e bambino all'interno della famiglia, con modalità esclusiva per 6 mesi ed in seguito, una volta introdotti nella dieta del bambino gli alimenti diversi dal latte materno, nel secondo anno di vita ed oltre.

La base scientifica per questa raccomandazione, che tutela la salute della maggioranza della popolazione, si basa su un rapporto dose dipendente fra durata dell’allattamento al seno (anche non esclusivo) da un lato e salute materna e infantile dall'altro. Esempi di questo rapporto dose-effetto, cioè di una maggior salute per chi allatta più a lungo sono per la madre la riduzione del rischio di cancro al seno e per il bambino un contributo alla prevenzione dell’obesità.

Qual è la posizione del Tavolo tecnico?

E’ di deciso sostegno all'allattamento di lunga durata e si traduce nei messaggi di seguito riportati.

Messaggio per la società civile. 
Si invita a riconoscere il valore di una scelta naturale, informata e serena della donna che allatta a lungo termine. E’ una scelta privata, ma che allo stesso tempo ha un preciso valore sociale.

Messaggio per professionisti della salute ed i caregiver degli Asili Nido.
Si raccomanda di tutelare la buona reputazione dell’allattamento al seno, superando i pregiudizi sull'allattamento di lunga durata, per sostenere piuttosto le famiglie in questa loro scelta di salute.

Messaggio per le donne che allattano al seno e per le famiglie.
Si desidera sottolineare in maniera chiara che l’allattamento al seno di lunga durata non interferisce negativamente sulla progressione dell’autonomia del bambino e sul benessere psicologico e/o psichiatrico della madre. Eventuali documentati disagi psicologici o vere patologie psichiatriche del bambino e/o della madre non hanno con l’allattamento al seno un rapporto di causa-effetto, ma sono eventualmente e semplicemente da intendersi come contemporanei ad un allattamento al seno, che si prolunga.

Risulta al contrario ben provato che l’allattamento al seno contribuisce al benessere cognitivo, emotivo, familiare e sociale del bambino, aggiungendosi al peso determinante dei fattori genetici, delle competenze allevanti familiari e dei fattori socio-economici.


Selezione bibliografica relativa gli anni 2012-2013

Allattamento & rendimento scolastico

 Matern Child Nutr. 2012 Mar 29. doi: 10.1111/j.1740-8709.2012.00402.x. [Epub ahead of print] Breastfeeding and educational achievement at age 5. Heikkilä K, Kelly Y, Renfrew MJ, Sacker A, Quigley MA.

Allattamento al seno e sviluppo cognitivo 

 BMJ Open. 2013 Aug 23;3(8):e003259. doi: 10.1136/bmjopen-2013-003259. Breast milk and cognitive development--the role of confounders: a systematic review. Walfisch A, Sermer C, Cressman A, Koren G.

 JAMA Pediatr. 2013 Jul 29. doi: 10.1001/jamapediatrics.2013.455. [Epub ahead of print] Infant Feeding and Childhood Cognition at Ages 3 and 7 Years: Effects of Breastfeeding Duration and Exclusivity. Belfort MB, RifasShiman SL, Kleinman KP, Guthrie LB, Bellinger DC, Taveras EM, Gillman MW, Oken E.

 Neuroimage. 2013 Nov 15;82:77-86. doi: 10.1016/j.neuroimage.2013.05.090. Epub 2013 May 28. Breastfeeding and early white matter development: A cross-sectional study. Deoni SC, Dean DC 3rd, Piryatinsky I, O'Muircheartaigh J, Waskiewicz N, Lehman K, Han M, Dirks H.

Allattamento e mobilità sociale

 Arch Dis Child. 2013 Sep;98(9):666-71. doi: 10.1136/archdischild-2012-303199. Epub 2013 Jun 24. Breast feeding and intergenerational social mobility: what are the mechanisms? Sacker A, Kelly Y, Iacovou M, Cable N, Bartley M.

Il comportamento neonatale normale e perché latte materno non è solo cibo

Come si dovrebbe comportare un normale bebè umano nato a termine?

Innanzitutto, un bebè umano viene al mondo attraverso la vagina. Sì, lo so, non sempre succede così, ma assumiamo per il momento un parto normale, ideale. Dovremmo venire al mondo attraverso la vagina perché abbiamo bisogno di batteri buoni. Al parto i neonati umani sono sterili, senza batteri. Non è una coincidenza che il parto avviene vicino all’ano, un posto dove ci sono tanti batteri, la maggior parte buoni e necessari per una buona salute intestinale e lo sviluppo del sistema immunitario. E poi i batteri che sono lì sono batteri di Mamma, batteri per i quali essa può fornire anticorpi nel caso fossero cattivi.

 

Poi il bimbo è nato e dovrebbe andare dalla Mamma. Direttamente sul suo petto. Il petto, tra i due seni, è il habitat naturale del neonato. (Notate bene: il nostro output cardiaco, cioè quanto sangue facciamo circolare in un minuto, va distribuito nelle aree importanti. Ogni minuto, tanto sangue va ai reni, tipo un 10%, mentre all’incirca il 20% va al cervello. In una neomamma, 23% del sangue va al petto – più di quanto non circola verso il cervello. Il corpo pensa che questo posto sia importante!)

Il petto dà calore. Il neonato usa il corpo di mamma per la regolazione della sua temperatura da millenni. Perché non dovrebbero farlo? Con tutto il sangue circolando lì, fa bello calduccio. Il bebè allora usa la mamma per riscaldarsi. (Quando stavo facendo il tirocinato, mettevamo un neonato che sembrava aver freddo “sotto la stufa” il ché significava sotto una specie di lampada termica accanto al letto della mamma. Non mi piacerebbe tanto. Mi piacciono i bimbi sulla mamma, ben coccolati.)

 

A questo punto ci troviamo un bebè nuovo-zecca sulla “stufa” della mamma. Il bimbo non ha fame. Partorire un bambino affamato sarebbe un grosso errore. E sinceramente, se veramente dovesse essere affamato, mi spiegate perché nelle ultime settimane della gravidanza mi stava succhiando l’anima viva? Speriamo bene che si sia nutrito bene in quel periodo, altrimenti a cosa sarebbero serviti quei fastidi per Mamma, se inutili.

Ogni specie ha comportamenti istintivi che fanno sì che i piccoli diventino grandi e continuino la specie. I nostri bimbi vengono al mondo e hanno bisogno di protezione. Protezione da malattie e da predatori. Sì, predatori! I nostri bambini non sanno che ora fanno parte di una famiglia amorevole del ventunesimo secolo - per quanto sanno loro, siamo nel 200 dopo Cristo e si trovano in una tana circondata dalle tigri. Il nostro comportamento istintivo da neonato umano ci aiuta di rimanere illesi. I neonati sono protetti da malattie e tigri stando sul petto di Mamma. Presumibilmente, abbiamo dato anche una buona dose di batteri buoni al bebè quando è arrivato attraverso il canale vaginale. Questo è il primo passo verso la protezione da malattie. Il prossimo passo è ottenere il colostro.

Un neonato sul petto di Mamma alzerà la testina, si leccherà le manine, forse annuserà mamma, e poi inizierà a scivolare verso il seno. I bimbi hanno una preferenza per i contrasti tra chiaro e scuro, e per cerchi su tutte le altre forme geometriche. E guarda caso – c’è un cerchio scuro non troppo lontano …

 

Il sudore di Mamma sà di liquido amniotico e questo odore sta anche sulle manine del bimbo (visto che ancora non ha fatto il bagnetto!) e il neonato usa il sapore delle mani per seguire l’odore della Mamma. Le secrezioni che emanano dalle ghiandole dell’aureola (il soprannominato cerchio scuro) hanno anche loro un odore familiare e aiutano il bebè a raggiungere il seno e ricevere il colostro che a sua volta nutre i batteri buoni e protegge quindi il bebè da infezioni. I neonati riescono ad attaccarsi da soli. Guardateli! E se hai bisogno del colostro soltanto per nutrire i batteri e non te stesso, allora non ce ne vuole tanto. E infatti non ce n’è tanto, perché i neonati non hanno fame e perché il latte materno non è un alimentare.

 

Stiamo parlando di neonati normali. Allattare è normale. Neonati sono programmati per agire in questo modo. Se sia l'anno 2009 o 209, i bimbi fanno la stessa cosa: cercano il seno. Latte materno non è una salsa speciale, un vantaggio o una pozione magica. Non è “la soluzione migliore”. È normale. Semplicemente normale. Creato per i bisogni di un neonato vulnerabile. E nient’altro che fosse intenzionato per prenderne il posto è normale.

 

In più, il colostro attiva qualcosa nell’intestino del bambino che poi fà sviluppare il timo. Il timo fa parte del sistema immunitario. Svilupparlo è importante. Latte materno = timo grande, buon sistema immunitario. Il colostro contiene anche un sacco di qualcosa che si chiama Secretory Immunoglobulin A (SIgA). SIgA viene prodotto nei primi giorni di vita ed equivale a protezione da infezioni prodotta specificamente dalla Mamma. Le cellule nell’intestino di Mamma fanno la guardia a tutto quello che passa e se adocchiano una cellula cattiva, un'altra cellula specializzata nell’intestino materno chiamata “cellula del plasma” s’incammina verso il seno e lo aiuta a produrre SIgA nel latte, per proteggere il neonato. Quando Mamma e neonato stanno insieme, tipo uno sdraiato sull’altra, allora sì che il bimbo è protetto da tutto quello a cui loro due potrebbero essere esposti. I neonati dovrebbero stare con Mamma!

 

E le tigri. Cosa c’entrano le tigri? Definiamo "tigre" come vogliamo. Ma quando sei un neonato senza alcuna possibilità di autodifesa, allora stare con mamma avendo gli innati riflessi, innanzitutto il riflesso di prensione e il riflesso di Moro, che aiutano aggrapparsi a mamma ha tanto senso, particolarmente se la mamma è ancora pelosa. I neonati capiscono la differenza tra una culla e un seno umano. Quando i neonati sono separati dalle loro mamme, rispondono con l'ansia del distacco. I bambini esprimono verbalmente il loro desiderio di non finire come cibo per le tigri. Quando vengono presi in braccio, smettono a piangere: Sono protetti, al caldo, al sicuro. Se quel pianto di ansia non trova risposta, si lasciano andare: divengono freddi, rilasciano tanti ormoni di stress, il loro battito cardiaco diminuisce e taciono. Quello però non è un bravo bambino – è uno che è oltre la disperazione. Un bébé normale vuole stare in braccia in continuazione.

 

Quando vanno a caccia le tigri? Durante la notte. Quindi non ha senso di dormire la notte – c'è il maggior pericolo di farsi mangiare. Veramente non è una buona cosa se i nostri cuccioli dormano tutta la notte; dovrebbero svegliarsi per rassicurarsi della loro personale guardia di corpo. Alla luce del sole non ci sono tanti pericoli, quindi si dorme molto meglio durante il giorno. (Pensate alle risposte degli adulti rispetto la paura delle tigri: i problemi di insonnia sono ben legati a sintomi di stress, depressione, ansie.)

 

E il sonno... Scometto che tutti dormono insieme con i propri bambini – se se lo scelgono consapevolmente o no, se lo amettono o no. È ignorante da parte nostra, dal personale sanitario, dire “Non dormire con il tuo bambino!” perché effettivamente tutti lo fanno. A volte capita così, a volte capita a scelta deliberata. I bambini piccoli incitano le coccole, ci viene naturale e abbiamo tanto sonno.... Quindi, i neonati normali prendono il seno, restano attaccati, vogliono stare in braccia e dormono meglio vicino ai genitori. Mi sembra normale.

Ma esiste una differenza tra un neonato normale e uno che invece non lo è. Dormire sicuri significa che siamo sobri, che si dorme in un letto e non su un divano o altro, che si allatta, che non si fuma – se le circostanze non sono normali in quel modo, allora non è sicuro dormire insieme.

 

Il contatto petto-a-petto significa anche sviluppo cervicale. I nostri bambini avevano già il numero di cellule grigi a 28 settimane di gestazione quanti avranno nel percorso della loro vita. È una giungla di cellule che aspettano di essere collegati. Ciò che noi umani facciamo è che creiamo tanti, troppi collegamenti e poi eliminiamo quelli che non servono. Abbiamo circa otto capezzoli, una coda e mani natatoi quando siamo nel utero; se tutto va bene, non ce li abbiamo più alla nascita. Creare troppo – eliminare l'inutile. Quindi, coccolando, il bambino collega allegramente una cellula all'altra e elimina quelle che stonano. Allattare, e contatto pelle-a-pelle, significa sviluppo del cervello.

 

Perché rantolare ancora di queste cose? Perché sempre più mamme scelgono di allattare, ma la maggior parte di loro non crede che il corpo che ha creato quel bellissimo bambino sia in grado di nutrire lo stesso bambino adeguatamente. Pensano di aver bisogno delle aggiunte di latte artificiale, inventato per essere un commestibile. Perché non ci fidiamo dei nostri corpi post-parto? Non lo so. Ma sento e risento che l'aggiunta sia necessaria “perché il mio latte non è abbastanza nutriente". Ma certo che lo è! I bambini piccoli non hanno bisogno di “mangiare” in continuazione – hanno bisogno di stare con te in continuazione – è quella la loro suprema soddisfazione.

 

Un neonato al seno sviluppa il suo sistema immunitario, attiva il suo timo, viene riscaldato e si sente protetto dai predatori, sviluppa un sonno fisiologico, sviluppa il suo cervello e – sì, anche quello, si sfama. Non sono affamati: obbediscono il loro istinto, quello che ci permette di sopravvivere e procrearci come specie.

 

 

Dr. Thomas

(http://www.facebook.com/note.php?note_id=101949363196728)

Traduzione: M. Achenbach e K. Hartmann